GRUPPI DI AUTO-MUTUO AIUTO
Il Gruppo di Auto Mutuo Aiuto tra pari aiuta il sopravvissuto ad arricchire le proprie risorse interne ed esterne grazie al “senso comunitario” che ne attenua l’isolamento, facilitando la percezione di non essere gli unici, e di non essere soli. Tra i “pari” che formano il gruppo ci possono essere persone che hanno avuto esperienze simili o che presentano gli stessi sintomi ed emozioni che le affliggono. I membri di un gruppo possono supportarsi a vicenda, comunicare tra loro, ispirare e guidare chi è in difficoltà.
La forza del gruppo aumenta così il senso di speranza attraverso il confronto con altre esperienze e creando nuova energia per il potere trasformativo del sopravvissuto.
Esistono varie tipologie di gruppi, come quelli rivolti a specifici disturbi associati al trauma (le dipendenze, il disturbo dissociativo dell’identità, il disturbo bipolare, ecc.) o dedicati a particolari traumi (incesto, stupro, esperienze vissute dai veterani di guerra, ecc.), o più ampi che accolgono ad esempio sopravvissuti al trauma con gruppi dedicati agli uomini o alle donne. Partecipare a un gruppo in presenza oppure on line, permette di trovare aiuto, confronto, permette di abbattere il muro del silenzio, di condividere la propria esperienza, i propri dubbi, le proprie paure, permette di non sentirsi soli e arricchire di significato il cammino di guarigione.
Chi è sopravvissuto ad un trauma è alla ricerca continua del senso di ciò che è accaduto o che accade nella sua vita, e del motivo per cui ci si sente impotente o devastato davanti al ripetersi di situazioni o sensazioni che provengono dalla memoria o dalla realtà.
Il tentativo di ricostruire un’identità frammentata è lo sforzo che il sopravvissuto vive con grande sofferenza agli occhi di se stesso, e con grande rabbia o distacco agli occhi di tutti “quelli che non possono capire” o “sono ingiusti”. Difficile comprendere dall’esterno il vissuto di chi si trova in uno stato di continua frammentazione interna.
La paura, la colpa, la vergogna, sono tutte emozioni che non consentono facilmente di comunicare e raccontare la propria storia nella vita di tutti i giorni, soprattutto quando si pensa che mai nessuno potrà capire davvero quello che si è vissuto e quello che si vive ancora ogni giorno. Spesso, infatti, alla sofferenza per l’esperienza traumatica che è accaduta o che, in alcuni casi, si sta ancora verificando nella vita si aggiunge quella legata ai pensieri e alle credenze sulle persone che ci circondano. Per esempio: si pensa che: “nessuno può capire cosa sto provando”, …“non c’è nessuno di cui ci si può fidare”, o che possa essere interessato davvero a noi, che “la gente è ingiusta e la giustizia non ci sarà mai”.
La sofferenza nel non riuscire a dare una chiara collocazione a ciò che è successo, o ciò che si prova ogni giorno in termini di imprevedibilità e “fuori controllo”, espone a facili giudizi esterni da parti di chi non sa, e che etichetta la sofferenza come “Instabilità”, “immaturità”, “incapacità”, “inaffidabilità”, creando continuamente nuove ferite in un corpo già sofferente e rinforzando nel sopravvissuto la percezione di una rete sociale pericolosa, su cui non poter contare.
In questo scenario, per gli amici o familiari con cui il sopravvissuto interagisce può diventare sempre più difficile offrire un sostegno incondizionato, e diretto all’autonomia.
Una risorsa importante che può affiancare o anticipare un percorso di psicoterapia è per il sopravvissuto entrare a far parte di un Gruppo di Auto Mutuo Aiuto.
Una recente ricerca (P van de Ven, 2020) ha valutato come il supporto tra pari nel gruppo di auto mutuo aiuto contribuisca a rendere più fluidi i processi di creazione di senso (sensemaking) e di costruzione dell’identità a seguito del trauma. Dai risultati è emerso che la partecipazione ai gruppi di sostegno tra pari è motivata proprio dal comune bisogno di ricerca di senso, manifestata attraverso la voglia di narrare la propria storia, ricercando la risposta ad azioni, sensazioni, emozioni e … vuoti: “Perché io?”, “Cosa mi è successo?”, “Qual è stato il mio ruolo in quello che è successo?” e “Come potrò andare avanti?”
E’ proprio attraverso la narrazione della propria storia e il tentativo di confrontarsi sul senso e sui significati di pezzi mancanti, che il gruppo offre tutto il valore attraverso la condivisione e il confronto di esperienze e vissuti simili e risposte simili, ma anche con sfumature differenti. Ed è il confronto tra queste sfumature simili e differenti che permette con molta spontaneità e naturalezza di creare connessioni tra i vari pezzi mancanti, che partendo dal gruppo si riconnettono in modo fluido e dinamico nei pezzi mancati.
Il gruppo è un contenitore di comprensione e compassione reciproca che permette l’espressione cognitiva ed emotiva per liberare il non senso e riacquisirlo in una forma di significato più tollerabile. La ricerca di senso del singolo diventa, così, nel gruppo: condivisione, aiuto reciproco, coesione ed empatia.
Il gruppo di pari arricchisce l’individuo sperimentando la sua fiducia nel prossimo, migliorando la sua autostima attraverso sensazioni di benessere. Si attiva così un circolo virtuoso tra i pari, permettendo la ridefinizione di modelli positivi attraverso il riconoscimento di sentimenti e azioni durante l’esposizione alla sofferenza, e la convalida di pensieri, sensazioni e comportamenti funzionali per superare questi momenti. Stare bene nel Gruppo e riconoscercisi attiva il senso di appartenenza e fiducia negli altri ripristinando per piccoli passi relazioni positive. Queste permettono al sopravvissuto di individuare modelli positivi da replicare all’esterno per costruire una rete socialmente stimolante e di supporto. L’esperienza traumatica, infatti, avviene il più delle volte nel contesto delle relazioni, quindi la ricostruzione di un saldo senso di sicurezza con gli altri può dissolvere la paura di essere di nuovo feriti.
Costruire nuovi rapporti con gli altri consente di ritrovare la fiducia e un senso di sicurezza che erano stati “danneggiati” al momento del trauma, aiutando il sopravvissuto a intraprendere un cammino in cui possa ricominciare a prendersi cura di sé, lungo un percorso che includa la creazione di nuovi e riparatori legami con gli altri.
Riferimenti
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P van de Ven – Journal of Community Psychology, 2020 – Wiley Online Library
Il viaggio della creazione di sensi e della costruzione dell’identità all’indomani del trauma : il supporto dei pari come veicolo per la co-costruzione