Self compassion: la gentilezza amorevole come strumento di cura per la vergogna dell’abuso subìto
Noi crediamo che il modo migliore, forse l’unico, per guarire dalla vergogna sia quello di immergersi e farsi permeare in ogni cellula del nostro corpo e della nostra anima dalla gentilezza amorevole.
Se sei stato abusato o trascurato da bambino e ti senti pervaso da una vergogna debilitante, è importante cominciare a lavorare attivamente, attraverso la Mindfulness, per esorcizzare la vergogna dalla tua mente, dal tuo cuore, dal tuo corpo, dalla parte più intima della tua anima. La compassione, che si svilupperà attraverso la Mindfulness, avrà lo scopo di lenire le tue ferite, di alleviare il dolore, di neutralizzare l’effetto continuo del veleno della vergogna. Vediamo come.
La parola compassione deriva dalla radice latina cum (con) e pati (soffrire), quindi sta a indicare la compenetrazione nella sofferenza provata da un’altra persona. Quando qualcuno ci offre la sua genuina compassione, si unisce dunque al nostro dolore. Allo stesso modo, provando compassione o gentilezza amorevole per noi stessi, e dunque per quel bambino interiore abusato, ci possiamo unire alla sua sofferenza con un tocco amorevole, un abbraccio confortante e parole gentili. Il dono di confortare e consolare stimolerà il sistema di accudimento per fornire quel senso di sicurezza che aiuta ad abbassare le emozioni negative e che porterà verso la guarigione.
Se generiamo gentilezza amorevole attraverso la Mindfulness regaleremo a noi stessi i doni che vorremo offrire a un’altra persona a cui rivolgiamo compassione. In altre parole, offriremo a noi stessi quel riconoscimento, quella validazione e quel supporto che offriremmo a una persona amata che sta soffrendo.
A seguire nella prossima news la meditazione della gentilezza amorevole.
Riferimenti
- Engel, B. (2015). It wasn’t your fault. Freeing Yourself from the Shame of Childhood Abuse with the Power of Self-Compassion. Oakland, CA: New Harbinger Publications