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La rabbia dopo l’abuso emotivo

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La rabbia dopo l'abuso emotivo

La rabbia conseguente l’abuso emotivo può prendere un’altra direzione per esprimersi. Quando ne hanno avuto abbastanza, i survivor potrebbero rivolgere la loro rabbia e aggressività verso chi li ha abusati.

Nella società di oggi, c’è una condizione legale usata come difesa nei processi per omicidio o aggressione nota come “sindrome della donna maltrattata”. Questa sindrome delinea una donna che è stata emotivamente, fisicamente e/o sessualmente abusata da un partner al punto che l’unico modo che ha potuto trovare per sottrarsi a questa situazione è stato quello di uccidere l’abusante.

Questo atto drammatico non è la norma, comunque, per coloro che sono stati abusati. Più spesso si riscontra una rabbia rivolta all’interno oppure, se indirizzata all’esterno, non è di solito verso l’abusante. Quest’ultimo spesso è assente dalla vita adulta della vittima o a causa della distanza o perché morto.

Di solito, l’abusato prosegue nel suo pattern di vita mantenendo relazioni con un abusante di un certo tipo, perché questo per lui è “familiare”, è quello che ha imparato nel corso della sua infanzia.

La rabbia viene quindi trasferita su una relazione diversa, un coniuge, un genitore, un bambino, persino un collega. A prescindere dove venga spostata, i risultati sono gli stessi, un tentativo disperato di controllare o influenzare gli altri in modi impropri, come manipolazione passivo-aggressiva o un atteggiamento dominante.

Comunque sia manifestato, un potente sentimento di rabbia è tipico di chi è stato emotivamente abusato. Lasciarlo andar via vorrebbe dire affrontare quella realtà terribile della speranza fallita, tenuta a bada anno dopo anno, controllata e nascosta, mentre il resto della personalità transitava dall’età infantile a quella adulta.

Riferimenti

  • Jantz, G.L. (2009) Healing the Scars of Emotional Abuse. Baker Publishing Group

Autore/i dell'articolo

Dott.ssa Antonella Montano

Dott.ssa Antonella Montano

  • Fondatrice e Presidente della Onlus Il Vaso di Pandora, la Speranza dopo il Trauma.
  • Psicoterapeuta cognitivo-comportamentale
  • Fondatrice e Direttrice dell’Istituto A.T. Beck per la terapia cognitivo-comportamentale di Roma e Caserta
  • Fondatrice e Vicepresidente CBT-Italia – Società Italiana di Psicoterapia Cognitivo Comportamentale
  • Certified Trainer/Consultant/Speaker/Supervisor dell’ACT (Academy of Cognitive Therapy)
  • MBSR teacher. Expert Yoga Trauma teacher certificata Yoga Alliance®-Italia/International
  • Membro dell’IACP (International Association of Cognitive Psychotherapy)
  • Membro dell’ESTD (European Society for Trauma and Dissociation)

Dott.ssa Roberta Borzì

Dott.ssa Roberta Borzì

  • Componente del comitato scientifico della Onlus Il Vaso di Pandora, la Speranza dopo il Trauma.
  • Psicologa, psicoterapeuta cognitivo-comportamentale.
  • Vanta esperienza clinica in ambito adulto, e si occupa prevalentemente di tutti i disturbi d’ansia, disturbo ossessivo-compulsivo, problematiche sessuali, disturbi di personalità con la Schema Therapy, in cui è formata attraverso training specifici e supervisione con esperti del settore. Ha anche conseguito entrambi i livelli della formazione in EMDR.
  • Socio Fondatore CBT-Italia – Società Italiana di Psicoterapia Cognitivo Comportamentale.

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