Skip to content

Perché avvengono i flashback e cosa fare

I flashback fanno rivivere l’inferno, ma non sono pericolosi. Un flashback si verifica quando la mente, spesso inconsapevolmente, cerca di risolvere alcuni dettagli conflittuali o dolorosi sul trauma. Si verificano quando la mente è sufficientemente a proprio agio al punto da far intrudere il ricordo traumatico nella coscienza senza che il muro difensivo dell’ottundimento, della dissociazione o dell’intossicazione lo trattenga. Questo è il motivo per cui le persone che hanno i flashback spesso abusano di sostanze: la mente non riesce a recuperare questi ricordi quando non ne ha le capacità. L’abuso di sostanze diventa quindi un blocco temporaneo auto-distruttivo alla comparsa dei flashback.

Il problema è che, se la memoria problematica non è conosciuta, pienamente espressa e risolta nella mente, continuerà a presentarsi sotto forma di flashback. Inoltre, usare le sostanze o farsi del male per prevenire i flashback in effetti non calma questo disagio; semplicemente lo posticipa enfatizzandolo. Più a lungo si rimanda la risoluzione di questi ricordi in questi modi disfunzionali, più difficile sarà gestirli quando non potremo più resistervi.

La parte buona di avere i flashback è che indicano che sei finalmente pronto a risolvere questi ricordi traumatici. Anche se sembrano terribili, suggeriscono anche una forma inusuale di forza mentale, fin quando non sacrifichi la vera forza in modi distruttivi per sopprimere i ricordi. È come avere una spia accesa del motore nella macchina: non ti dice cosa non va, solo che qualcosa ha bisogno del tuo tempo, della tua attenzione e cura.

Il fattore scatenante più potente di un flashback è rappresentato da pensieri auto colpevolizzanti. Semplicemente pensare allo stupro subìto o allo stupro in genere non innesca i flashback. È il pensiero dello stupro connesso a convinzioni di colpa e autocritica che li scatena. Questo spiega perché i flashback di solito si presentano sotto forma dei ricordi più dolorosi, espliciti o umilianti dello stupro; quei momenti si rifanno a quando hai avuto meno potere sull’esperienza, e questo scatena convinzioni autocritiche del tipo “avrei dovuto impedirlo”, “questa è la parte che mi fa sentire più sporco!”

Superare i flashback ti richiede di fare l’esatto opposto di quello che il tuo “istinto di comfort” ti dice di fare: piuttosto che evitare i ricordi, con qualsiasi modo a cui ricorri per stordirti, devi esaminarli direttamente. In ogni dettaglio. Anche quelli più rivoltanti. Soprattutto quelli più rivoltanti.

Un’altra cosa scatena i flashback ed è importante conoscerla. Quando racconti verbalmente la tua storia o parli a voce alta dei dettagli espliciti che non hai mai detto prima, è comune avere sogni disturbanti o problemi del sonno la stessa notte. È del tutto normale.

Il problema è che pochi terapeuti ricordano, o addirittura sanno, di avvisarti di questo. Quindi se succede, potresti sentire che stai per impazzire o crollare. Potresti credere “ho sbagliato tutto, è stata una cattiva idea, pensavo di stare meglio e invece sto peggio”. Quindi molte persone nascondono questo al loro terapeuta perché credono che sarà interpretato come segno di psicosi o che saranno ricoverate. Possono anche arrivare a lasciare la terapia in questo momento critico perché convinte che stanno per perdere il controllo, proprio ora che, invece, lo stanno riacquistando!

Se però sai che è comune e normale, non ti spaventi quando succede. Raccontare la parte peggiore della tua storia ti espone agli altri e questo ti costringe ad affrontare la tua paura peggiore: il rifiuto. Dal momento che i flashback sono scatenati da pensieri auto colpevolizzanti che ti fanno vergognare, non c’è da meravigliarsi se mettere in discussione questa paura porta a convinzioni più solide e forti!

Un flashback è la conferma che il tuo dolore è reale: fa male, è accaduto, ed è importante affrontarlo. Molte volte, le vittime di stupro dubitano che siano state stuprate davvero e si interrogano per anni se è accaduto o meno. Un flashback può essere usato come prova che tu stai davvero soffrendo e che il dolore è tanto. Si potrebbe considerarli come una prova che sai che è davvero accaduto: non è una bugia che ti sei inventato, non una falsa accusa, non un modo per cercare attenzione, non una giustificazione. I flashback non provano che sei matto, ma dimostrano proprio che non lo sei.

La risposta immediata migliore da mettere in atto davanti a un flashback non è attaccarsi a una bottiglia, prendere una lametta o fumarsi una canna. È prendere il diario e scrivere ogni dettaglio. Esaminare il flashback con tutti i sensi: cosa hai sentito, visto, odorato, provato, assaggiato.

Riferimenti

  • Atkinson, M. (2010). Resurrection After Rape. A guide to transforming from Victim to Survivor. RAR Publishing
Torna su