Lo yoga e il grounding
Se vogliamo considerare anche il punto di vista yogico per affrontare il tema del radicamento, non si può non parlare del primo chakra, soprattutto per imparare a mandare l’energia giù fino alla terra.
Il grounding è un processo di contatto dinamico con la terra, con i suoi margini, confini e limitazioni, che lo yoga agevola enormemente. Il grounding ci permette di diventare solidamente reali, presenti nel qui e ora, con la vitalità che scaturisce dalla Terra.
I piedi, le mani e il tronco hanno quattro angoli che, se utilizzati bene, favoriscono il radicamento. Ad esempio, impariamo a premere verso terra tutti e 4 gli angoli dei piedi, e nello stesso modo anche le mani, quando poggeranno a terra .
Il busto, e più specificatamente le spalle, quando siamo in piedi nella posizione della montagna (tadasana), andranno portati leggermente all’indietro mentre radicate i 4 angoli dei vostri piedi sul materassino. La stessa cosa avverrà quando vi sdraiate sulla schiena. Ricordatevi di tirare le spalle e le anche verso terra.
Nel nostro quotidiano e in uno yoga non mindful, i nostri piedi possono toccare il suolo. Questo contatto è vuoto, però, se non raccogliamo dentro di noi le sensazioni provenienti dalle gambe, dai piedi e dal busto. Il grounding implica, inoltre, l’apertura verso i chakra inferiori. Attraverso il grounding, ci fondiamo con la forza di gravità che è sempre presente dentro di noi, per sentire di più le sensazioni del corpo.
Senza il grounding siamo instabili; perdiamo il nostro centro, perdiamo le staffe, non sentiamo i nostri piedi o possiamo seguire i pensieri in modo rimuginativo e, dunque, disfunzionale. Quando perdiamo il contatto con il suolo, la nostra attenzione divaga dal momento presente e va verso il futuro, facendoci provare intense sensazioni di ansia, o verso il passato, facendoci provare sentimenti di tristezza o depressione. Spesso, quando non siamo grounded, ci sentiamo in balìa dei nostri pensieri e, prigionieri di essi, ci sentiamo impotenti.
Il nostro suolo àncora le nostre radici profonde, la nostra storia permettendoci di ottenere nutrimento, potere, stabilità e crescita. Senza questa connessione, siamo separati dalla terra, distanti dalla nostra sorgente biologica di energia e nutrimento. Lontano da questa, perdiamo la direzione, con gli obiettivi. Molte persone che non riescono a trovare la loro vera strada nella vita non hanno semplicemente trovato il terreno a cui ancorarsi. A volte, sono impegnate a guardare in alto, ad ascoltare la mente, e questo le porta lontano dalla realtà delle cose.
Mentre facciamo grounding su qualsiasi terreno o sul tappetino, arriveremo a provare una sensazione di sicurezza profonda, uno stato di solidità e chiarezza.
Nella società odierna, pochissime persone sono naturalmente ancorate alla terra. Il nostro linguaggio e i nostri valori culturali riflettono la superiorità dell’alto rispetto al basso.
Il grounding, dunque, aiuta a convivere con lo stress, porta chiarezza attraverso la fermezza e getta le fondamenta per ciò che vogliamo fare.
Riferimenti
- Anodea, J. (2015). Chakra Yoga. Llewellyn Publications
- Anodea, J. (2018). Wheels of Life. Llewellyn Publications
- Mercier, P. (2007). The Chakra Bible. Sterling
- Wauters, A. (1997). Chakras and their archetypes. Crossing Press
Autore/i dell'articolo
Dott.ssa Antonella Montano
- Fondatrice e Presidente della Onlus Il Vaso di Pandora, la Speranza dopo il Trauma.
- Psicoterapeuta cognitivo-comportamentale
- Fondatrice e Direttrice dell’Istituto A.T. Beck per la terapia cognitivo-comportamentale di Roma e Caserta
- Fondatrice e Vicepresidente CBT-Italia – Società Italiana di Psicoterapia Cognitivo Comportamentale
- Certified Trainer/Consultant/Speaker/Supervisor dell’ACT (Academy of Cognitive Therapy)
- MBSR teacher. Expert Yoga Trauma teacher certificata Yoga Alliance®-Italia/International
- Membro dell’IACP (International Association of Cognitive Psychotherapy)
- Membro dell’ESTD (European Society for Trauma and Dissociation)