L’incesto negato e l’oblio collettivo: l’eredità di Freud e Kinsey
Nella storia delle vittime di incesto, Sigmund Freud e Alfred Kinsey sono due testimoni significativi implicati in questo tema.
Alla morte del patriarca degli studi sull’isteria, il grande neurologo francese J.M. Charcot, Freud affermò che non era pensabile che i comportamenti delle isteriche fossero solo simulazioni, come si credeva allora, se un uomo come Charcot si era pronunciato a favore della loro autenticità. Si dedicò così allo studio sull’isteria e scoprì che i sintomi somatici rappresentavano manifestazioni di eventi traumatici banditi dalla memoria e che questi sintomi, secondo lui, potevano essere alleviati se i ricordi a essi connessi venivano fatti emergere.
Nel 1896 con “Etimologia dell’isteria” Freud scrisse: <<affermo quindi che alla base di ogni caso di isteria vi sono uno o più episodi di esperienza sessuale precoce nella prima infanzia…>> (Freud, 1896, p.344).
La pubblicazione di quest’opera tuttavia segnò la fine di questa linea di ricerca. L’isteria era un fenomeno così comune tra le donne che, se la teoria di Freud era corretta, si sarebbe stati obbligati a concludere che quegli atti erano endemici. Questo per la comunità era inaccettabile.
Repressione, dissociazione e negazione sono fenomeni tipici della coscienza sociale, come di quella individuale, e le scoperte freudiane implicavano diventare testimoni di eventi terribili e di esserne costretti a prender posizione. Significava riconoscere la profondità dell’oppressione sessuale delle donne e dei bambini in un periodo storico dove il nascente movimento femminista stava già minacciando i valori patriarcali del tempo.
Freud giunse così a dichiarare che le descrizioni delle sue pazienti circa gli incesti subiti erano in realtà fantasie. D’altra parte, disturbato dai propri desideri incestuosi verso la figlia e dai sospetti sui desideri incestuosi del padre, Freud espresse enorme sollievo nel dichiarare che “era difficilmente credibile che atti perversi contro i bambini fossero così diffusi” (Herman, 1981, p.10). Piuttosto, erano prodotti dell’immaginazione delle donne basati sui propri desideri sessuali per i loro padri.
Nella prossima news illustreremo il ruolo di Alfred Kinsey negli studi sull’incesto.