Le “cicatrici” sul cervello lasciate dall’abuso sessuale ed emotivo sono segni specifici e riconoscibili
Le ricerche condotte su un gruppo di donne di Atlanta pubblicate sull’American Journal of Psychiatry mostrano come l’abuso sessuale ed emotivo infantile segni il cervello in diverse parti.
Nell’infanzia il cervello continua a svilupparsi, proprio come tutti gli altri organi e tessuti e, più specificatamente, cresce e “impara” in relazione alle esperienze vissute.
Oggi sappiamo, dunque, che una combinazione tra abuso emotivo e trascuratezza, o in termini tecnici neglect, e tra abuso fisico e sessuale, subiti in età infantile, lasciano delle precise cicatrici nel cervello che è in via di sviluppo.
Si è visto come l’abuso subito in età infantile possa interferire con la normale crescita del cervello il quale, via via che fa esperienza, costruisce una fitta rete di comunicazioni tra le sue differenti parti. Questa rete di comunicazioni tra le cellule cerebrali ci permette, ad esempio, di muoverci, di vedere, di sentire, ma anche di capire, reagire, emozionarci, percepire l’esterno, difenderci quando necessario; in definitiva ci permette di fare pensieri, ragionamenti, sia pratici che emotivi.
Per far fronte alle enormi sofferenze che l’abuso subito procura, il cervello può alterare la costruzione di questa rete di comunicazione e può arrestare lo sviluppo di alcune sue aree, soprattutto della corteccia cerebrale, come una sorta di meccanismo di difesa.
Si è visto come l’abuso emotivo e il neglect lascino delle cicatrici in alcune precise zone del cervello che sono la corteccia prefrontale e quella mediale del lobo temporale. Queste sono tutte regioni del cervello che hanno un ruolo importante nel riconoscere, comprendere, provare e manifestare le emozioni.
L’abuso emotivo può lasciare le sue vittime con una ridotta reattività emotiva o una difficoltà a regolare le emozioni. Questo le rende inclini agli sbalzi d’umore, con difficoltà a riflettere e rispondere alle proprie e altrui emozioni.
L’abuso fisico e sessuale in età infantile lascia delle cicatrici in quella zona del cervello deputata alla percezione dell’esterno, la corteccia somato-sensoriale, che elabora i segnali provenienti dal corpo per creare sensazioni e percezioni. Si è notato come in chi ha subito un abuso sessuale protratto nel tempo in età infantile la corteccia cerebrale, che ha il compito di rielaborare le sensazioni e le percezioni provenienti dall’area genitale, si fosse assottigliata e diventata più piccola.
Questo meccanismo che sembra essersi instaurato per auto proteggersi durante l’abuso che si subisce può però rivelarsi dannoso perché i cambiamenti strutturali e funzionali del cervello permangono e si manifestano in modo disfunzionale anche in età adulta.
Ma questo non significa che il recupero sia impossibile; la ricerca, infatti, offre sempre maggiori evidenze che il cervello può cambiare drasticamente quando riceve il giusto tipo di sostegno, anche terapeutico, e l’adeguato nutrimento emotivo.
Riferimenti
- Heim CM, Mayberg HS, Mletzko T, Nemeroff CB, Pruessner JC.Decreased cortical representation of genital somatosensory field after childhood sexual abuse.Am J Psychiatry. 2013 Jun;170(6):616-23.