L’accettazione radicale seconda parte
L’accettazione radicale seconda parte
Se ci si arrende e si accetta radicalmente la vita così com’è – con disponibilità – senza risentimento, senza rabbia, ci si trova in un punto da cui si può proseguire. Non serve dire “Perché è capitato a me?”. Qualunque cosa sia successa, è successa. Accettare radicalmente qualcosa è smettere di combatterla.
Il problema è che descrivere cos’è l’accettazione radicale e dirvi come metterla in pratica sono due cose diverse. L’accettazione radicale non può essere spiegata completamente. È un atteggiamento interiore. È qualcosa che accade dentro di sé. Si potrebbe dire che è la volontà di Dio. Accettare come grazia. Si potrebbe non avere un’esperienza illuminante come quella che hanno avuto alcune persone, ma è comunque possibile per godere e vivere la propria esistenza, crescere ed essere trasformati attraverso l’abbraccio dell’accettazione radicale.
L’accettazione radicale è contenuta in una serie di skills di una terapia che si chiama DBT. L’abilità di accettare la realtà si chiama “orientare la mente”. L’accettazione radicale non è qualcosa che si ottiene tutta in una volta. Bisogna praticarla più e più volte, esercitandosi a volgere la mente verso l’accettazione. È un po’ come camminare in una strada lungo la quale continuano a presentarsi delle biforcazioni. Una direzione è l’accettazione, l’altra il rifiuto. Per orientare la mente si continua a rivolgerla verso la direzione dell’accettazione.
Può essere molto difficile. Bisogna fare pratica, ancora e ancora, senza scoraggiarsi. È come camminare in mezzo alla nebbia, non si vede assolutamente nulla e poi, all’improvviso, si emerge alla luce del sole. La buona notizia è che se ci si esercita a volgere la mente verso l’accettazione, si finirà per praticarla più spesso. E, facendolo, la sofferenza diventerà meno intensa, riducendosi a un dolore sopportabile.
Riferimenti
- Linehan, M.M. (2021). Una vita degna di essere vissuta. Raffaello Cortina Editore.
Autore/i dell'articolo
Dott.ssa Antonella Montano
- Fondatrice e Presidente della Onlus Il Vaso di Pandora, la Speranza dopo il Trauma.
- Psicoterapeuta cognitivo-comportamentale
- Fondatrice e Direttrice dell’Istituto A.T. Beck per la terapia cognitivo-comportamentale di Roma e Caserta
- Fondatrice e Vicepresidente CBT-Italia – Società Italiana di Psicoterapia Cognitivo Comportamentale
- Certified Trainer/Consultant/Speaker/Supervisor dell’ACT (Academy of Cognitive Therapy)
- MBSR teacher. Expert Yoga Trauma teacher certificata Yoga Alliance®-Italia/International
- Membro dell’IACP (International Association of Cognitive Psychotherapy)
- Membro dell’ESTD (European Society for Trauma and Dissociation)
Dott.ssa Roberta Borzì
- Componente del comitato scientifico della Onlus Il Vaso di Pandora, la Speranza dopo il Trauma.
- Psicologa, psicoterapeuta cognitivo-comportamentale.
- Vanta esperienza clinica in ambito adulto, e si occupa prevalentemente di tutti i disturbi d’ansia, disturbo ossessivo-compulsivo, problematiche sessuali, disturbi di personalità con la Schema Therapy, in cui è formata attraverso training specifici e supervisione con esperti del settore. Ha anche conseguito entrambi i livelli della formazione in EMDR.
- Socio Fondatore CBT-Italia – Società Italiana di Psicoterapia Cognitivo Comportamentale.