La violenza sessuale secondo Levine
Con questa news abbiamo deciso di riportare fedelmente quanto Peter Levine (2007) definisce come “violenza”, visti la linearità con cui è espresso il concetto e l’impatto emotivo che ha sortito su di noi.
“Se la violenza sessuale non è solo il tipico turpe vecchio che offre caramelle per convincere il bambino a salire in macchina con lui, che cos’è? In parole semplici: ogni volta che chiunque approfitta della propria posizione di fiducia, età o prestigio per indurre un bambino in una situazione di impotenza, reale o apparente, in tema di sesso e di umiliazione. In altri termini, quando un bambino deve sottoporsi passivamente alla volontà di un altro, invece di potersi difendere o fare intervenire qualcuno, abbiamo molestie o violenza sessuale, non importa se vi sia stato costretto con la forza o con altri mezzi. Si va dal babysitter adolescente che potrebbe mostrare immagini pornografiche al medico che esamina senza la minima sensibilità le parti intime, fino al padre o al patrigno che costringe ad approcci sessuali. Se è vero che l’effettivo stupro da parte di un genitore è più raro, molto più comuni sono invece i casi in cui il bambino è indotto a spogliarsi, lasciarsi manipolare e manipolare a sua volta i genitali dell’adulto, a guardare foto pornografiche, […]” (p.198).
“Le molestie sessuali si possono descrivere, per esempio, in questi termini: qualcuno ti tocca, ti guarda, ti chiede di toccarlo, guardarlo in maniera che ti confonde e ti mette a disagio” (p.202).
Riferimenti
- Levine, P.A. & Kline, M. (2007) Il trauma visto da un bambino. Pronto soccorso emotivo per l’infanzia e l’adolescenza. Astrolabio