La trasmissione di generazione in generazione del trauma ai fini della sopravvivenza
Come nell’esperimento di Diass e Ressler, i topi sono stati condizionati per almeno 5 generazioni ad avere paura dell’odore del fiore di ciliegio, allo stesso modo ci sono sbalorditive ripercussioni sulla trasmissione del trauma anche per gli esseri umani che oggi possiamo capire meglio.
Levine racconta come, lavorando con la seconda generazione dei survivor dell’olocausto, questi sobbalzavano quando sentivano l’odore nauseante della carne bruciata, reazioni tramandate, spiegate da una necessità di fuga volta a salvaguardare la propria incolumità. Inoltre essi avvertivano altre intense reazioni quali nausea, paura, terrore palpabile che qualcosa di orribile stava per accadere. Alcuni di questi individui erano così disturbati da questo tipo di odore che diventarono vegetariani.
Molti individui della seconda generazione dei survivor dell’olocausto hanno dimostrato cambiamenti dei livelli di cortisolo e di altri marker fisiologici di ansia in questa popolazione. Questi effetti, come nel caso di topi, potrebbero essere stati trasmessi loro dai genitori che hanno avuto l’infanzia compromessa.
Spesso Levine racconta di aver notato, nei bambini delle generazioni post olocausto, immagini, sensazioni, emozioni terribili rispetto a delle situazioni che sembravano vere ma che non potevano essere accadute a loro.
I nativi Americani raccontano come le sofferenze dei padri sono trasportate per 4 o più generazioni, di bambino in bambino.
Anche la Bibbia, quando parla dell’Esodo, recita: “I peccati del padre ricadranno sui figli e sui figli dei loro figli per 3 o 4 generazioni”. Probabilmente il peccato è una metafora per spiegare che i sintomi del trauma da schiavitù che gli Ebrei hanno dovuto subire in Egitto prima di raggiungere la Terra Santa ricadranno per la 3 e 4 generazione.
Molti afroamericani stanno ancora soffrendo per i residui del loro eradicamento dalle loro terre d’origine per la schiavitù, anche perché rinforzati dalla mancanza di adeguate opportunità educative, dal vivere in ghetti, dalle incarcerazioni di massa.
Levine conclude dicendo come la trasmissione generazionale sia un effetto collaterale dell’essere in grado di inviare e ricevere informazioni vitali per la nostra sopravvivenza.
Riferimenti
- Dias, B.G. & Ressler, K. (2014). Parental Olfactory Experience Influences Behavior and Neural Structure in Subsequent Generations”, Nature Neuroscience 17: 89-96
- Levine, P.A. (2015). Trauma and Memory. North Atlantic Books