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Oggi siamo fortunati che la tecnologia ci offre opportunità rapide per rafforzare le nostre connessioni da remoto.

Rafforzando le nostre connessioni sociali, possiamo fortificare le comunità e proteggerci a vicenda.

La pandemia sta inspirando molta creatività online, gli artisti danzano e cantano attraverso video da casa. Le famiglie festeggiano i compleanni su FaceTime. Il pubblico guarda spettacoli di Opera in streaming e gli studenti, dalla scuola materna ai dottorati, si incontrano in classi virtuali.

Via via che impariamo a giocare, lavorare e collaborare virtualmente, ci aiutiamo reciprocamente a tenere lontana la solitudine e ci ricordiamo l’un l’altro semplicemente quanto siamo determinanti per la reciproca resilienza.

 

Mettere in pratica le seguenti quattro strategie chiave, ci aiuteranno a superare la pandemia e a curare il nostro mondo sociale nel futuro:

 

  1. Trascorrere, ogni giorno, del tempo con coloro che amiamo. Questo non deve essere limitato solo alle persone nelle nostre immediate vicinanze. Possiamo raggiungere altri membri della nostra vita via telefono o, ancora meglio, tramite videoconferenza, così da sentire le loro voci e vedere i loro volti. Dedichiamo almeno 15 minuti al giorno a connetterci con coloro che amiamo di più.
  2. Focalizzarsi gli uni sugli altri. Proviamo a eliminare le distrazioni quando interagiamo con gli altri. Dimentichiamo il multitasking e diamo all’altra persona il dono della nostra piena attenzione, facendo contatto oculare, se possibile, e ascoltando in modo genuino, senza usare altri social contemporaneamente.
  3. Abbracciare la solitudine. Il primo passo verso la costruzione di connessioni più forti con gli altri è quello di costruire una resistente connessione con noi stessi. La solitudine ci aiuta a farlo permettendoci di stare con le nostre emozioni e pensieri, esplorare la nostra creatività e di connetterci con la natura. La meditazione, la preghiera, l’arte, la musica e il tempo speso all’aperto possono essere fonti di conforto solitario e gioia.
  4. Aiutare ed essere aiutati, connetterci volontariamente con gli altri. Il servizio è una forma di connessione umana che ci ricorda il nostro valore e scopo nella vita. Dare e ricevere, entrambi, rafforzano i legami sociali: andare da un vicino, chiedere un consiglio, persino semplicemente offrire un sorriso a uno sconosciuto, tutto ci fa sentire più forti.

Riferimenti

  • Murthy, V.H. (2020). Together. Harperwave

Autore/i dell'articolo

Dott.ssa Antonella Montano

Dott.ssa Antonella Montano

  • Fondatrice e Presidente della Onlus Il Vaso di Pandora, la Speranza dopo il Trauma.
  • Psicoterapeuta cognitivo-comportamentale
  • Fondatrice e Direttrice dell’Istituto A.T. Beck per la terapia cognitivo-comportamentale di Roma e Caserta
  • Fondatrice e Vicepresidente CBT-Italia – Società Italiana di Psicoterapia Cognitivo Comportamentale
  • Certified Trainer/Consultant/Speaker/Supervisor dell’ACT (Academy of Cognitive Therapy)
  • MBSR teacher. Expert Yoga Trauma teacher certificata Yoga Alliance®-Italia/International
  • Membro dell’IACP (International Association of Cognitive Psychotherapy)
  • Membro dell’ESTD (European Society for Trauma and Dissociation)

Dott.ssa Roberta Borzì

Dott.ssa Roberta Borzì

  • Componente del comitato scientifico della Onlus Il Vaso di Pandora, la Speranza dopo il Trauma.
  • Psicologa, psicoterapeuta cognitivo-comportamentale.
  • Vanta esperienza clinica in ambito adulto, e si occupa prevalentemente di tutti i disturbi d’ansia, disturbo ossessivo-compulsivo, problematiche sessuali, disturbi di personalità con la Schema Therapy, in cui è formata attraverso training specifici e supervisione con esperti del settore. Ha anche conseguito entrambi i livelli della formazione in EMDR.
  • Socio Fondatore CBT-Italia – Società Italiana di Psicoterapia Cognitivo Comportamentale.

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