Il trauma come pandemia
Il trauma come pandemia
Il trauma potrebbe non catturare l’attenzione come sta facendo il Covid al momento, e questo non fa altro che renderlo ancora più insidioso e profondo. Proprio come il Covid, il trauma è invisibile. Potremmo essere in grado di riconoscere alcuni dei suoi sintomi, ma poiché il trauma altera il nostro cervello, i nostri pensieri, i ricordi e il loro significato, spesso è persino più difficile riconoscere l’estensione del danno. Molti di noi pensano al trauma come qualcosa che deriva da un unico evento significativo che, siccome è avvenuto nel passato, dovrebbe essere messo da parte, ma in realtà è solo la punta dell’iceberg.
Una cosa che gli scienziati dicono a proposito del virus del trauma è che è dannoso abbastanza da influire anche sul futuro dei bambini. Secondo Paul Conti, il trauma può definire anche il modo in cui le caratteristiche genetiche vengono tramandate attraverso la madre. Le conseguenze del trauma sono scritte, infatti, nel futuro patrimonio genetico. Quindi il trauma agisce proprio come una pandemia che va oltre la morte o la sofferenza del singolo perché è scritto nelle nostre cellule. Consideriamolo un virus che minaccia la catena di sopravvivenza della nostre specie, permettendo alla sua pericolosità di amplificarsi attraverso le generazioni.
Le mascherine e l’isolamento hanno funzionato bene nella pandemia virale. Ci hanno protetto limitando la diffusione della malattia così da sopravvivere e andare avanti. Le maschere e l’isolamento imposti dal trauma, invece, operano principalmente dall’interno, sostituendo le emozioni e i pensieri sani con altri negativi e proiettando il nostro disagio e le nostre paure sul mondo esterno. Nessuna di queste serve a proteggerci e non ci fa bene. Al contrario, le mascherine e l’isolamento associati al trauma alimentano ancora di più il trauma, permettendo ai semi della nostra sofferenza di crescere e diffondersi. Questo è il modo in cui la pandemia del trauma si perpetua.
Riferimenti
Autore/i dell'articolo
Dott.ssa Antonella Montano
- Fondatrice e Presidente della Onlus Il Vaso di Pandora, la Speranza dopo il Trauma.
- Psicoterapeuta cognitivo-comportamentale
- Fondatrice e Direttrice dell’Istituto A.T. Beck per la terapia cognitivo-comportamentale di Roma e Caserta
- Fondatrice e Vicepresidente CBT-Italia – Società Italiana di Psicoterapia Cognitivo Comportamentale
- Certified Trainer/Consultant/Speaker/Supervisor dell’ACT (Academy of Cognitive Therapy)
- MBSR teacher. Expert Yoga Trauma teacher certificata Yoga Alliance®-Italia/International
- Membro dell’IACP (International Association of Cognitive Psychotherapy)
- Membro dell’ESTD (European Society for Trauma and Dissociation)
Dott.ssa Roberta Borzì
- Componente del comitato scientifico della Onlus Il Vaso di Pandora, la Speranza dopo il Trauma.
- Psicologa, psicoterapeuta cognitivo-comportamentale.
- Vanta esperienza clinica in ambito adulto, e si occupa prevalentemente di tutti i disturbi d’ansia, disturbo ossessivo-compulsivo, problematiche sessuali, disturbi di personalità con la Schema Therapy, in cui è formata attraverso training specifici e supervisione con esperti del settore. Ha anche conseguito entrambi i livelli della formazione in EMDR.
- Socio Fondatore CBT-Italia – Società Italiana di Psicoterapia Cognitivo Comportamentale.