Il survivor dovrebbe confrontarsi con l’abusante?
A volte i survivor scelgono di non confrontarsi con il loro abusante perché questo processo implica la messa in mostra di un’assertività che non hanno mai avuto, tanto meno nei confronti di chi ha perpetrato l’abuso.
Inoltre, i confronti possono essere difficili perché rompono una negazione che può aver fatto parte della famiglia per anni. Comunque, se l’abusante è ancora nella vita del survivor, questi può volersi confrontare con lui in modo da porre fine alla questione dell’abuso.
Prima che il confronto si verifichi, dovrebbe essere indagato e discusso l’esito desiderato o immaginato, così come la reazione del survivor nel caso l’abusante dovesse negare ogni accusa.
Ecco sei ragioni di cui un survivor dovrebbe tener conto quando decide di confrontarsi con il suo abusante:
- Può uscirne rinforzato
- Può mettere a posto i ricordi, dicendo specificatamente chi, cosa, dove, quando e come
- Far uscire da sé a quanto accaduto
- Aiuta a chiarificare le relazioni, riconoscendo la responsabilità dell’abusante e interrompendo l’autocolpevolizzazione del survivor
- Permette al survivor di riconoscere ed esprimere sentimenti come rabbia e perdita
- Confrontarsi con l’abusante aiuta il survivor ad affrontare il tema della vergogna e del senso di colpa
La decisione di un confronto con l’abusante spetta unicamente al survivor. Deve sentire che è una sua scelta e non qualcosa che è stato forzato a fare. Anche se il confronto può rivelarsi utile e far sentire meglio alcuni survivor, poiché dà loro la possibilità di essere assertivi e di riprendere potere, non è detto che sia la scelta giusta per tutti. Non è una condizione necessaria e obbligatoria per la guarigione. Il survivor dovrebbe comprendere che è una scelta che può fare solo se vuole.
Quando il survivor prende in considerazione quest’idea, non dovrebbe immediatamente chiedersi dove, quando e come il confronto deve avere luogo. Piuttosto dovrebbe chiedersi innanzitutto se vuole farlo. Se sceglie di farlo, allora ha bisogno di prepararsi attentamente , valutando, come detto sopra, l’effetto del confronto come potenziale distruzione o ri-traumatizzazione, la forza dell’io e la fase del trattamento in cui si trova. Il rischio è che se il survivor affretti troppo velocemente il processo del confronto, questo può rivelarsi più dannoso che utile.
Riferimenti
- Mitchell, J. (1998). From Victims to Survivor. Taylor & Francis