Cosa si intende per trauma?
La parola trauma deriva dal termine greco che sta a significare “ferita”, “lesione”. In origine connotava una ferita fisica che portava con sé anche delle conseguenze psicologiche. Ora la parola trauma viene spesso usata in modo interscambiabile e questo può generare confusione. Si può riferire, infatti, sia a 1) l’evento traumatico stressante che comprende l’esperienza dell’individuo durante l’esposizione all’evento sia alla 2) risposta dell’individuo subito dopo l’esperienza (peritraumatica) e nelle settimane, mesi o anni successivi (postraumatica).
Nel gergo comune, la parola trauma può assumere, dunque, molteplici significati che si riferiscono in modo alternativo alla ferita fisica o alla ferita psicologica, così come agli eventi che hanno causato tale ferita. Il trauma fisico si affianca spesso a quello psicologico. Il più delle volte, però, è difficile trovare una definizione chiara del trauma psicologico, persino sui libri che trattano l’argomento. Secondo Weathers e Keane (2007) raggiungere un consenso unanime sulla definizione del trauma sarebbe essenziale per il progresso nel campo dello stress traumatico. Comunque, creare una definizione generale, adatta a tutte le occasioni, è molto difficile.
Gli stressors cambiano lungo una serie di dimensioni, tra cui la grandezza (che varia anch’essa in base a determinate variabili, ad esempio minaccia di morte, minaccia di danno, di perdita interpersonale, ecc.), la complessità, la frequenza, la durata, la prevedibilità e la controllabilità dell’evento. Inoltre, la percezione di un accadimento come stressante dipende anche dalla valutazione soggettiva, e questo rende ancora più difficile definire in modo obiettivo lo stressor e rendere la definizione indipendente dal significato personale attribuito.
Gli eventi traumatici possono assumere forme diverse. Terr, infatti, nel 1991 ha distinto tra traumi con episodi singoli che ha chiamato di Tipo I (un evento improvviso e inaspettato, come un incidente, un disastro naturale, un attacco terroristico, un singolo episodio di abuso o assalto, assistere a una violenza) e traumi ripetuti o complessi che ha denominato di Tipo II (ad esempio, un abuso ripetuto, violenza domestica, violenza di comunità, guerra, genocidi).
Il trauma di Tipo II è più diffuso di quanto non venga riconosciuto e spesso accade in combinazione o in modo cumulativo. Solitamente il trauma di Tipo II implica il tradimento fondamentale della fiducia in una relazione primaria, perché è spesso perpetrato da qualcuno noto o vicino alla vittima. Inoltre, il trauma di Tipo II o complesso è associato non solo a un maggiore rischio di PTSD, ma può anche compromettere o alterare lo sviluppo psicobiologico e socioemotivo, se l’evento si verifica in periodi evolutivi critici e determinanti, come la prima infanzia.
Riferimenti
- Courtois, C.A. & Ford, J.D. (2009). Treating complex traumatic stress disorders. The Guilford Press