Come trattare i nervi cranici
Esistono diverse tecniche per trattare i nervi cranici che sono differenti rispetto a quelle generalmente usate per trattare i nervi spinali. Se vogliamo recuperare la funzione dei nervi cranici, dal 1920, esiste una forma di trattamento, chiamata “osteopatia cranica”, “terapia cranio-sacrale” (CST) o “osteopatia nel campo cranico” (OCF).
Negli Stati Uniti, gli osteopati hanno lo stesso training dei medici. Come la loro controparte medica, sono abilitati a fare operazioni chirurgiche, a scrivere prescrizioni e a lavorare in ospedali psichiatrici. Un’importante differenza tra gli osteopati e i medici è che gli osteopati hanno un training aggiuntivo nelle tecniche di trattamento manuali.
William Garner Sutherland (1873-1954) ha fondato l’osteopatia cranica. Il suo studente e collega Harold Magoun (1927-2011) ha scritto il libro Osteopatia nel Campo Cranico, che è stato prima pubblicato nel 1951 ed è usato ancora oggi dagli osteopati che vogliono apprendere le tecniche craniosacrali.
Il libro di Magoun descrive tre approcci al lavoro cranico. Il primo è biomeccanico, in cui il terapeuta tiene due ossa craniche adiacenti con lo scopo di mobilizzarle nelle suture (dove due o più ossa del teschio vanno assieme). Questo può ridurre la pressione meccanica sui nervi quando è necessario effettuare varie aperture nel cranio.
Il secondo approccio è quello biomedico che richiede uno studio dettagliato dell’anatomia cranica così come un‘ampia esperienza manuale.
Tutte le strutture durali diventano meno flessibili con l’età, il trauma fisico, la malattia e certi tipi di antibiotici. Harold Magoun descrive queste membrane e come rilasciare la tensione in esse.
Il terzo approccio è chiamato terapia biodinamica craniosacrale. Il suo obiettivo è massimizzare il movimento del fluido cerebrospinale che circola attorno al cervello e al midollo spinale, portando nutrimento ai tessuti e aiutando a eliminare i prodotti di scarto metabolici.
Le tecniche biodinamiche facilitano il rilascio usando il fluido cerebrospinale contenuto all’interno delle membrane durali del cranio e della spina dorsale. Il terapeuta trattiene la testa del cliente con un tocco estremamente leggero, insieme a un’acuta consapevolezza del più minuscolo, sottile movimento degli ossi cranici.
Riferimenti
- Rosenberg, S. (2017). Accessing the Healing Power of the Vagus Nerve: Self-Help Exercises for Anxiety, Depression, Trauma, and Autism. North Atlantic Books
Autore/i dell'articolo
Dott.ssa Antonella Montano
- Fondatrice e Presidente della Onlus Il Vaso di Pandora, la Speranza dopo il Trauma.
- Psicoterapeuta cognitivo-comportamentale
- Fondatrice e Direttrice dell’Istituto A.T. Beck per la terapia cognitivo-comportamentale di Roma e Caserta
- Fondatrice e Vicepresidente CBT-Italia – Società Italiana di Psicoterapia Cognitivo Comportamentale
- Certified Trainer/Consultant/Speaker/Supervisor dell’ACT (Academy of Cognitive Therapy)
- MBSR teacher. Expert Yoga Trauma teacher certificata Yoga Alliance®-Italia/International
- Membro dell’IACP (International Association of Cognitive Psychotherapy)
- Membro dell’ESTD (European Society for Trauma and Dissociation)
Dott.ssa Roberta Borzì
- Componente del comitato scientifico della Onlus Il Vaso di Pandora, la Speranza dopo il Trauma.
- Psicologa, psicoterapeuta cognitivo-comportamentale.
- Vanta esperienza clinica in ambito adulto, e si occupa prevalentemente di tutti i disturbi d’ansia, disturbo ossessivo-compulsivo, problematiche sessuali, disturbi di personalità con la Schema Therapy, in cui è formata attraverso training specifici e supervisione con esperti del settore. Ha anche conseguito entrambi i livelli della formazione in EMDR.
- Socio Fondatore CBT-Italia – Società Italiana di Psicoterapia Cognitivo Comportamentale.