L’importanza di portare a termine e rifinire il nostro lavoro, il taijiquan
Il taijiquan
Quando attraversiamo un momento di profondo cambiamento spesso ci rendiamo conto di aver compreso qualcosa di importante per noi. Quello che abbiamo appreso può aver portato anche una svolta radicale nel nostro senso di sé.
Insieme a questa comprensione, spesso ci viene la voglia di abbandonare il lavoro svolto, senza fare delle rifiniture. Ci passa anche la voglia di seguire le ultime lezioni con la stessa attenzione. Sentiamo una necessità immediata di voltare pagina per poter andare in un’altra direzione di conoscenza. Quest’altra via che intravediamo è forte e pressante e ci chiama a sé.
La pratica del taijiquan, invece, insegna l’importanza di non “tagliare le code… “, di finire le cose e di fare le rifiniture.
Attraverso la pratica del taijiquan impariamo quanto sia fondamentale sviluppare ciascun movimento e portarlo fino alla fine.
La forza di ogni movimento si basa su catene cinetiche. Queste partono dai piedi, si trasformano nelle anche e si sviluppano nelle braccia, fino ad arrivare alle nostre mani.
Per poter apprendere tutto questo, ogni passaggio dovrà essere fluido, armonico, svolto seguendo i giusti allineamenti intracorporei. Dovrà esprimersi dall’inizio alla fine in tutta la sua estensione, anche temporale.
Come un’onda del mare, l’energia che parte dal piede riesce a esprimersi completamente solo se arriva fino alla fine di questo percorso. Come l’onda del mare, alla fine si “rilasserà”, infrangendosi sugli scogli. Questa è la “coda” del movimento: una fase di “rilassamento controllato” che segue la fase massima di espansione del movimento….
“Accorciare la coda”, ovvero non chiudere i cerchi, non fare i corsi fino alla fine impedisce di esprimere il movimento stesso. Non lo fa passare alla fase immediatamente successiva; non permette alla nostra forza e al nostro impegno di esprimersi completamente per arrivare al bersaglio. Non solo. Rischiamo di disperdere la forza e l’impegno che abbiamo impiegato fino a quel momento invece che potercene giovare per riequilibrarci e andare avanti.
La “coda” al termine del movimento è, infatti, anche il luogo e il tempo in cui si imposta mentalmente il movimento successivo. Quando eseguiamo le rifiniture in maniera armonica quello che ci servirà dopo nella vita appare nel campo della nostra consapevolezza.
Il movimento precedente dovrà dunque giungere a un suo termine, dovrà completare il suo abbrivio, dovrà anch’esso potersi esprimere per far sì che la sua forza fluisca di nuovo nel movimento successivo.
La fluidità per chiudere i cerchi dovrà essere parte integrante della nostra vita.
Pensiamo alla successione dei movimenti come all’arrotolarsi e distendersi di un filo di seta, o alla tessitura di una ragnatela. Tutto avviene senza blocchi, interruzioni, tentennamenti o strozzature.
Questo ci permette di non disperdere il lavoro fatto fino a quel momento e, nel contempo, allena i nostri equilibri dinamici.
Impariamo così a passare da un movimento ad un altro in maniera fluida, naturale, comprendendo come un movimento si connette naturalmente al precedente e al successivo fino alla fine del ciclo. Ed è proprio “nella coda” che avviene il delicato passaggio da un movimento all’altro. È qui che si tesaurizza quello che il movimento precedente ha voluto/potuto esprimere. Tutto questo servirà anche a recuperare eventuali squilibri precedenti. Si lascerà andare il superfluo, gli eccessi e ci si disporrà con la mente e con il cuore a quella trasformazione di equilibri.
Rifiniamo, dunque, i cerchi della nostra vita e finiamo con cura e attenzione i corsi che intraprendiamo.
Riferimenti
- Chiricosta, A. (2019). Un altro genere di forza. Iacobelli Editore.
Autore/i dell'articolo
Dott.ssa Antonella Montano
- Fondatrice e Presidente della Onlus Il Vaso di Pandora, la Speranza dopo il Trauma.
- Psicoterapeuta cognitivo-comportamentale
- Fondatrice e Direttrice dell’Istituto A.T. Beck per la terapia cognitivo-comportamentale di Roma e Caserta
- Fondatrice e Vicepresidente CBT-Italia – Società Italiana di Psicoterapia Cognitivo Comportamentale
- Certified Trainer/Consultant/Speaker/Supervisor dell’ACT (Academy of Cognitive Therapy)
- MBSR teacher. Expert Yoga Trauma teacher certificata Yoga Alliance®-Italia/International
- Membro dell’IACP (International Association of Cognitive Psychotherapy)
- Membro dell’ESTD (European Society for Trauma and Dissociation)
Dott.ssa Roberta Borzì
- Componente del comitato scientifico della Onlus Il Vaso di Pandora, la Speranza dopo il Trauma.
- Psicologa, psicoterapeuta cognitivo-comportamentale.
- Vanta esperienza clinica in ambito adulto, e si occupa prevalentemente di tutti i disturbi d’ansia, disturbo ossessivo-compulsivo, problematiche sessuali, disturbi di personalità con la Schema Therapy, in cui è formata attraverso training specifici e supervisione con esperti del settore. Ha anche conseguito entrambi i livelli della formazione in EMDR.
- Socio Fondatore CBT-Italia – Società Italiana di Psicoterapia Cognitivo Comportamentale.