Forse è perché i nostri desideri sono cresciuti in un vaso nero…”
Scegliamo di essere vicine così alle donne afghane, in questo momento oscuro e durissimo, condividendo le immagini che Shamsia Hassani, la prima street artist afghana, ha pubblicato in questi giorni sul suo profilo Instagram.
Non possiamo neanche immaginare il dolore, la paura, l’angoscia che donne, bambine, soggettività non conformi stanno vivendo,nel vedere le proprie vite nuovamente espropriate, i propri talenti tarpati, i sogni calpestati. Non conosciamo l’orrore di venti anni di guerra, le difficoltà di ogni ordine che hanno dovuto affrontare.Possiamo solo metterci in ascolto della loro voce, quella che un regime misogino e oscurantista vuole far tacere, farci cassa di amplificazione perché le loro parole, le loro richieste risuonino forti e determinate, come le donne afghane sanno essere.
Sono molte le associazioni di donne nate in questo tormentato paese che si sono dedicate alla costruzione di una società civile e politica che non fosse invischiata o collusa con i signori della guerra che si sono succeduti al potere con il benestare degli eserciti occidentali. Le stesse associazioni che denunciavano il progressivo rafforzarsi dei talebani nelle provincie più remote, grazie al traffico di eroina. Alle donne di RAWA (RevolutionaryAssociation of Women of Afghanistan) impegnata dal 1977 nella promozione della pace, della democrazia e dei diritti civili, a Hawca (Humanitarian Assistance for the Women and Children of Afghanistan) attiva contro la violenza di genere e sui minori, a Opwac (Organization Promoting Afghan Women’s Capabilities) per l’empowerment femminile e alle molte altre che hanno deciso di rimanere nel paese in un periodo di buio e paura va il nostro sostegno, la vicinanza e l’impegno a contrastare insieme la cancellazione delle esperienze e dei sogni delle donne, quelle che, nonostante siano state piantate in un vaso nero, come dice Shamsia Hassani, hanno saputo fiorire. I soffioni possono sembrare fragili, ma il loro semi sono resistenti e volano lontano, superando muri e confini.
A noi tutte la responsabilità di accoglierli, coltivarli e farli fiorire.
Riferimenti
Autore/i dell'articolo
Dott.ssa Antonella Montano
- Fondatrice e Presidente della Onlus Il Vaso di Pandora, la Speranza dopo il Trauma.
- Psicoterapeuta cognitivo-comportamentale
- Fondatrice e Direttrice dell’Istituto A.T. Beck per la terapia cognitivo-comportamentale di Roma e Caserta
- Fondatrice e Vicepresidente CBT-Italia – Società Italiana di Psicoterapia Cognitivo Comportamentale
- Certified Trainer/Consultant/Speaker/Supervisor dell’ACT (Academy of Cognitive Therapy)
- MBSR teacher. Expert Yoga Trauma teacher certificata Yoga Alliance®-Italia/International
- Membro dell’IACP (International Association of Cognitive Psychotherapy)
- Membro dell’ESTD (European Society for Trauma and Dissociation)