Fattori che proteggono dal rischio e che promuovono la resilienza
I ricercatori hanno identificato i fattori “protettivi” o di “resilienza”, dopo aver constatato che alcuni individui riescono a superare enormi avversità mentre altri davanti a situazioni simili o anche meno traumatiche si abbattono. La ricerca ha percorso vari sentieri, a partire da precoci concettualizzazioni a una variabile, quale ad esempio “il bambino invulnerabile” (Anthony & Cohler, 1987) fino ad approcci più dinamici multidimensionali. Michael Rutter (2012, p. 336) definisce la resilienza come “una ridotta vulnerabilità alle esperienze ambientali a rischio, alla comparsa di un fattore stressante o di un’avversità oppure raggiungere un esito relativamente buono nonostante le esperienze di rischio”.
La resilienza, infatti, è un processo che viene rilevato all’interno di una persona, ossia la capacità di riorganizzare positivamente la propria vita nonostante la presenza di situazioni difficili che fanno pensare a un esito negativo. Quindi, una persona resiliente attua, rispetto ad altri individui, che si sono confrontati con simili avversità, una risposta adattiva. A prescindere da questa inferenza retrospettiva, la resilienza viene concettualizzata come la risultante anche di fattori ambientali; gli studi sul tema, infatti, richiedono la misurazione di diverse variabili, ad esempio la famiglia, il posto in cui si vive, le esperienze che si fanno, ecc.
La relativa influenza di questi fattori varia non solo nel corso dello sviluppo ma anche in risposta ai cambiamenti dell’ambiente. L’attuale visione della resilienza implica, infatti, l’andare oltre l’individuo per includere l’ambiente circostante e lavorare anche su quest’ultimo.
La resilienza infine può anche avere un lato oscuro, ovvero alcuni fattori inizialmente protettivi nel breve termine possono diventare fattori di rischio nel lungo termine. Tra questi citiamo la predisposizione genetica, spiegata in una news dedicata, fattori individuali e cognitivi personali e le componenti familiari e sociali.
Riferimenti
- Anthony, E.J., & Cohler, B.J. (Eds.). (1987). The invulnerable child. The Guilford Press
- Friedman, M.J., Keane, T.M., Resick, P.A. (Eds.). (2014). Handbook of PTSD. Science and Practice. Second edition. The Guilford Press
- Rutter, M. (2012). Resilience as a dynamic concept. Development and Psychopathology, 24, 335-344