DOMANDE FREQUENTI (FAQ)
Abbiamo aiutato molte vittime di abuso e violenza e le loro storie sono diventate la nostra esperienza. Così, in questi anni abbiamo individuato alcune delle domande che più di frequente si pongono le vittime. Noi le abbiamo raccolte e abbiamo risposto a ognuna di queste.
- Posso capire se il mio partner userà violenza contro di me?
- Perché il mio partner dice di amarmi ma continua a picchiarmi?
- Perché credo di non poter vivere senza il mio partner?
- Perché non riesco ad andare via?
- Perché penso che sia tutta colpa mia?
- Chi è l’abusante?
Posso capire se il mio partner userà violenza contro di me?
Il partner violento è difficile da individuare poiché non esiste un aggressore tipico. Infatti, è possibile che in pubblico possa apparire amichevole, amorevole, possa mostrare gesti affettuosi e premurosi. Per questo inizialmente può essere difficoltoso captare nel partner messaggi pericolosi. Eppure ci sono dei segnali a cui puoi fare attenzione e che possono accendere un campanello di allarme.
I partner violenti potrebbero avere problemi nella regolazione della rabbia e degli impulsi, potrebbero mostrare mancanza di empatia perché hanno difficoltà a mettersi in contatto emotivo con l’altro partner o, ancora, possono presentare sbalzi di umore.
Spesso hanno anche una bassa autostima, per questo motivo tendono ad aver il controllo dell’altra persona, creando così un clima di paura e intimidazione fatto di umiliazioni, offese verbali e restrizioni forzate, come ad esempio regolando gli orari di entrata e uscita in casa o addirittura vietando di vedere certi amici o familiari. Difficilmente si prendono la responsabilità di ciò che fanno, dando alla vittima la colpa dei propri errori, mostrando in questo caso una bassa tolleranza alla frustrazione.
Anche la sfera sessuale è da valutare, infatti chi abusa e fa violenza spesso tende ad avere anche il controllo di come e quando bisogna consumare un rapporto sessuale, costringendo la vittima ad appagare i suoi bisogni. Anche questo aspetto diventa un’ulteriore forma di controllo sul partner.
L’abuso può essere fisico, emotivo, psicologico ed economico. Se non si colgono questi primi segnali è probabile che eventuali tensioni e momenti di rabbia possano sfociare in una forma di violenza che può mettere a rischio anche l’incolumità fisica, oltre che psicologica, della vittima e, nei casi peggiori, a rischio è la sua stessa vita.
Ricorda bene, l’abuso non è un incidente. La violenza non accade perché una persona è stressata, ha bevuto, ha usato droghe o è stata provocata. L’abuso è un atto intenzionale che il partner violento ha acquisito come strategia per ottenere esattamente quello che vuole e quando vuole. Questo vuol dire che continuerà a farlo.
Perché il mio partner dice di amarmi ma continua a picchiarmi?
Il partner che usa violenza abitualmente troverà sempre il modo di scusarsi, mostrandosi pentito e rinnovando il proprio amore alla vittima e può addurre come scusa che l’amore che prova è troppo forte.
Accade spesso che la persona che commette atti violenti all’interno della coppia prometta di cambiare o di non commettere più lo stesso errore. Purtroppo questo cambiamento non si verifica quasi mai: il partner violento, infatti, è probabile che soffra di un grave disturbo di personalità narcisistico o borderline. Pertanto, difficilmente risolverà da solo i suoi problemi ed è necessario che chieda aiuto ad un professionista prima di commettere azioni violente irreversibili.
Il filosofo Theodor Adorno diceva: “Sei amato solo dove puoi mostrarti debole senza provocare in risposta la forza”.
Perché credo di non poter vivere senza il partner?
Se una relazione è sana, l’autonomia e l’indipendenza dei partner sono in equilibrio e nessuno ha veramente bisogno dell’altro per vivere. È possibile ricoprire un ruolo importante all’interno della coppia, rispettando comunque i propri spazi, coltivando i propri interessi e realizzando progetti e desideri personali oltre quelli di coppia. Diversamente, in una relazione patologica violenta, i confini tra i due individui non sono bilanciati a causa di un eccessivo o di un ridotto stato di dipendenza.
Ritenere di non poter stare senza il proprio partner, sebbene si leghi all’idea di amore romantico, non ha alcun fondamento poiché nasciamo equipaggiati delle risorse necessarie per vivere autonomamente e soprattutto senza il partner violento che, al contrario, potrebbe compromettere la nostra stessa vita.
Perché non riesco ad andare via?
Chiunque abbia vissuto una relazione violenta o sta vivendo in questo momento una relazione con un partner abusante è possibile che abbia avuto in mente in qualche modo che l’unica soluzione alla sopravvivenza propria o dei cari di cui è responsabile sia la fuga. Eppure, solo l’idea nella pratica congela la vittima di violenza nella condizione del non fare, come se fosse spettatrice di una vita non sua. Vediamo insieme quali sono i molteplici fattori che rendono difficile distaccarsi dal partner abusante.
La storia di vita. Il partner violento di cui la vittima di abusi pensa di essere innamorata sembra attivarle una dinamica patologica antica, rintracciabile nelle prime fasi della sua vita. Numerosi studiosi ritengono che genitori aggressivi verbalmente o anche fisicamente tra di loro e/o con il bambino stesso possono contribuire allo sviluppo di un sé indegno, che si percepisce causa delle reazioni aggressive. Il senso d’indegnità unito alla vergogna per l’umiliazione subita è probabile che un giorno possano condurre nell’adulto al desiderio di essere protetto dalle stesse braccia di chi qualche minuto prima l’ha abusato.
Il diniego. Spesso le donne vittime di violenza hanno difficoltà ad ammettere di essere state maltrattate o di aver subìto abusi. Mentre negano che ci sia un problema e facciano finta che vada tutto bene in realtà stanno rischiando la loro vita ed eventualmente anche quella dei propri figli. Molte donne giustificano il proprio compagno dicendo che “in fin dei conti non è così male” o che “quando è violento non è lui ma accade perché aveva bevuto troppo o preso qualche sostanza”. Credono che il partner violento sia in realtà una brava persona e la persona giusta per loro. Possono volerci anni di violenze di ogni tipo ed eventuali visite in ospedale prima che la donna si renda conto della sua condizione di vittima di violenze da parte del partner. La violenza sulla donna è un reato, non un incidente.
Le scuse e la speranza del cambiamento. Accade molto spesso che alla donna abusata il partner violento offra una serie di spiegazioni quali “Ti amo e ti prometto che non lo farò più”, “Sei tu che mi hai provocato”, “Non ti farei mai del male, è successo solo una volta”, “Non sono io, è solo un periodo di stress, non appena finirà sarò una persona migliore”, “Avevo bevuto, non ero in me”. La donna potrebbe, in seguito al primo episodio di violenza, entrare in una spirale infinita caratterizzata dall’alternarsi di violenza e fasi di luna di miele, durante le quali il partner sembra calmare la compagna paventando un cambiamento realmente avvenuto, per esempio mostrando colpa e intenzione di farsi curare. L’illusione di questo cambiamento anestetizza la donna fino a quando inesorabilmente si ritroverà di fronte all’ira incontrollata del partner, atterrita e incredula per quello che ancora una volta sta accadendo.
La colpa. Le abilità manipolative del partner abusante è possibile rinchiudano la donna in una bolla di isolamento, macchiata dalla vergogna e da numerose colpe, verso di sé per l’incapacità ad andare via e per aver provocato l’ira e la violenza del partner, verso le persone delle quali dovrebbe prendersi cura per averle rese partecipi della violenza, e nei confronti del partner quando è visto come malato e bisognoso.
Concludendo, se da una parte la storia di vita potrebbe influire sulla scelta di partner con determinante caratteristiche, la tendenza conservativa a voler gestire al meglio l’imprevedibilità e l’irascibilità del partner, il diniego, il senso di colpa per aver provocato in qualche modo la reazione violenta, la vergogna per aver permesso a se stessa e ai propri cari di essere testimoni di una simile atrocità e infine la promessa del cambiamento, opacizzano la possibilità della vittima di violenza, ormai vulnerabile, a prendere la propria valigia, andar via e riprendersi la propria vita congelandosi tra quelle mura, prigioniera di un illusione.
Perché penso che sia tutta colpa mia?
Le vittime di violenza di genere hanno spesso il mito che in qualche modo l’abuso sia colpa loro, che lo hanno provocato, che lo meritavano. Queste errate credenze vengono rinforzate dall’abusante che attribuisce la colpa delle sue azioni alla vittima rendendola responsabile del proprio benessere fisico ed emotivo. In realtà non importa come ci si sente, ognuno di noi è comunque e sempre responsabile delle proprie azioni.
Chi è l’abusante?
Il partner violento è difficile da individuare poiché non esiste un aggressore tipico. E’ possibile che in pubblico possa apparire amichevole e amorevole con il partner e con la famiglia mentre mette in atto le violenze solo a porte chiuse e, nei casi estremi, causa lesioni che possono essere nascoste e/o che non necessitano di un medico. In seguito alle violenza, l’abusante può chiedere scusa e mostrare rimorso adducendo una serie di giustificazioni per la sua azione.
L’abuso non è un incidente. La violenza non accade perché una persona è stressata, ha bevuto, ha usato droghe o è stata provocata. E’ un atto intenzionale che la persona agisce con il fine di controllare l’altra. Il partner violento ha imparato che, abusando del proprio partner, riesce a ottenere esattamente quello che vuole e continuerà a farlo. L’abuso può essere fisico, emotivo, psicologico ed economico.
I partner violenti hanno spesso una bassa autostima, non si prendono la responsabilità delle proprie azioni se non brevemente nella fase di riconquista dopo il maltrattamento e possono dare anche la colpa alla vittima della violenza.